Conferenza “Intorno al Concetto di Arte Moderna”
“Intorno al concetto di arte moderna: da Brancusi alle ultime tendenze. La poetica di Gianmaria Potenza”
Intervista di Enzo Santese a Gianmaria Potenza. Intervista – dibattito – film documentario.
22 ottobre 2019
ore 18.00
Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia
Palazzo Correr
Campo Santa Fosca, Cannaregio 2214
Sala Conferenze
Martedì 22 ottobre, ore 18.00, si svolgerà presso la Sala di conferenze dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia (Palazzo Correr, Campo Santa Fosca, Cannaregio 2214) una manifestazione insolita. Nell’ambito di una intervista dibattito intitolata “Intorno al concetto di arte moderna: da Brancusi alle ultime tendenze. La poetica di Gianmaria Potenza”, il critico d’arte Enzo Santese si confronterà con il noto pittore, scultore ed autore di opere decorative di ampio respiro Gianmaria Potenza. Santese tenterà di definire i percorsi dell’arte di Potenza nel contesto delle trasformazioni intervenute nell’arte moderna anche in seguito alla comparsa nel paesaggio artistico degli influssi delle innovazioni rivoluzionarie del linguaggio sintetico delle sculture di Brancusi.
La purezza della forma doveva indicare, nella visione di Brancusi, il punto culminante del percorso della creazione sulla via dell’evoluzione progressiva verso la perfezione. Con la sua geniale intuizione Brancusi ha scoperto nell’aspirazione alla semplicità della semplificazione una dimensione spirituale inedita della scultura. Ha spalancato così le porte per l’entrata dell’astrattismo nella cittadella della scultura, rompendo gli ultimi tabù della forma classica accreditata dalla versione moderna proposta da Rodin. Su molti meridiani la lezione di Brancusi si è incontrata con alcune ricerche artistiche andate nella stessa direzione, senza avere però la forza espressiva e la capacità di essenzializzare che caratterizzano le opere dello scultore romeno e che sono l’emblema della loro unicità.
In Europa e altrove – negli Stati Uniti e soprattutto nel Giappone – l’arte di Brancusi è stata guardata con grande interesse. In Romania alcune generazioni di scultori di grande talento hanno studiato con attenzione l’opera del Maestro e hanno sfruttato filoni espressivi e simbolici suggeriti tanto dalle opere del Maestro, che in alcuni casi erano deliberatamente organizzate tematicamente in cicli (Il Baccio, Maiastra, Mademoiselle Pogany ecc.), quanto dalle opere con “soggetti” che escludevano la serialità. In Italia non sono numerosi – per ragioni specifiche al contesto artistico italiano – gli artisti che hanno avuto, eccetto Modigliani, contatti diretti con l’arte di Brancusi. Nelle opere di alcuni artisti però si ritrovano suggerimenti brancusiani da connettere alle procedure tecniche usate dal Maestro romeno sul percorso che porta all’essenzializzazione della forma. In un tempo in cui è di moda la distruzione della forma, nel nome della “filosofia della destrutturazione”, che inevitabilmente porta alla perdita della carica simbolica dell’oggetto-opera, avere come punto di riferimento opere che sintetizzano l’espressione plastica significa riaffermare il principio del primato della razionalità nel processo artistico e il necessario distanziarsi dai tentativi di improvvisazione o destrutturazione dell’ordine visivo che conferisce solidità concettuale all’espressione artistica.
Un artista che mette al centro dei suoi interessi l’organizzazione razionale dell’opera in rapporto con il contesto visivo è Gianmaria Potenza (n. 1936), senza alcun dubbio uno dei più importanti scultori italiani ed europei del momento. Potenza è un artista polivalente, che ha una notevole familiarità con i materiali e le tecniche: ha eseguito lavori monumentali in mosaico, opere monumentali e di dimensioni medie e piccole in bronzo, in pietra e marmo, ha familiarità con le materie plastiche con cui ha creato anche decorazioni di grande pregio. Ha elaborato composizioni e opere in materiali misti, ha decorato i grandi saloni dei navi famose, appartenenti alle grandi flotte crocieristiche, ha creato opere di arte religiosa di ampie dimensioni, molte in bronzo, usando con sapienza l’antica tecnica della cera persa.
A differenza della scultura di Brancusi che ha una specifica autonomia espressiva, la scultura di Potenza si propone di esaltare, con le sue capacità simboliche, le caratteristiche dello spazio in cui s’inserisce. Lo spazio stesso poi partecipa alla valorizzazione delle qualità intrinseche dell’opera: la stessa presenza dell’opera nello stesso spazio è cosi il risultato di una precisa idea riguardante l’ordinamento delle priorità visive.
Un colloquio intervista con il Maestro Potenza, dedicato agli orientamenti attuali nell’ambito della scultura moderna internazionale, segnata dal contributo stilistico e concettuale di Brancusi, può risultare appassionante se rapportato a una esperienza artistica eccezionale, come quella di Potenza. Le straordinarie capacità tecniche del Maestro veneziano sono strettamente collegate all’alta considerazione sua per il lavoro artigianale, per l’esperienza storica dell’artigianato lagunare. In una città come Venezia, in cui la scultura di grande valore storico-artistica s’incontra con le opere contemporanee periodicamente presentate dalle mostre organizzate nell’ambito delle Biennali d’Arte, un simile colloquio non può non essere che benvenuto: può anche portare a un dibattito più approfondito sul rapporto tra l’arte e artigianato, a una precisazione dei punti di contatto tra di loro.