Gianmaria Potenza (9 dicembre 1936) studia all’Istituto d’Arte di Venezia dove termina gli studi nel 1956. Ancora studente, apre il proprio studio dove tuttora pratica diverse forme d’arte: dalla scultura all’incisione al mosaico.
Esordisce pubblicamente nel 1952 partecipando a una collettiva presso la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia dove tiene, nel 1958, la sua prima personale. Nel 1952 e nel 1954, come migliore allievo, è invitato a esporre alla Biennale d’Arte di Venezia, dove le sue opere saranno presenti anche nel 1966, 1968, 1986, 2009.
Alla 42° Biennale di Venezia (1986) espone la scultura galleggiante “Ninfea Armonica”, un grande fiore di 7 metri di diametro collocato di fronte ai Giardini. Vera e propria “opera totale”, capace di coniugare pittura, scultura, scenografia e suono, la “Ninfea Armonica” offre all’artista una buona vetrina sul mondo.
Lavora principalmente per grandi committenze sia in Italia che all’estero, in particolare per la decorazione di navi, hotel, chiese ed edifici pubblici, spesso collaborando con architetti di fama mondiale. Tra gli anni Sessanta e Settanta progetta e produce anche paramenti religiosi e arredi sacri per la Santa Sede.
Dai primi anni Sessanta Potenza si occupa anche della pubblicità di immagini per diverse aziende e catene di negozi. Nel 1968 fonda la vetreria La Murrina, disegnando oggetti ed elementi per l’illuminazione e l’arredamento.
Dall’inizio degli anni Settanta comincia a lavorare per la decorazione interna delle turbonavi italiane più conosciute, fino alle grandi commissioni degli anni Novanta e Duemila per la Holland American Line, Carnival Cruise Line, Princess Cruises, Costa Crociere e P&O. La collaborazione con le grandi società di navigazione è uno dei capitoli più importanti nella carriera di Gianmaria Potenza, per la vastità e quantità di lavori che gli vengono commissionati in oltre tre decadi. Delle navi sfrutta la particole disposizione spaziale, per creare sculture architettoniche in grado di condizionare il modo in cui gli ambienti sono fruiti e vissuti.
Gli anni Ottanta rappresentano una nuova fase della sua produzione artistica. Realizza le prime sculture in bronzo e mostra maturità artistica con le pitto-sculture, raggiungendo un’autonomia espressiva e un linguaggio ormai inconfondibili.
Agli inizi degli anni Novanta, il maestro Licata lo definisce “rivoluzionario” per aver reinterpretato in modo totalmente innovativo la tecnica del mosaico. Della tecnica musiva infatti, Potenza ne fa un utilizzo del tutto individuale: la disposizione delle tessere non è più di piatto, ma di taglio. Tutto ciò fa in modo che il mosaico si avvicini alla scultura più che alla pittura.
Nel 1994 espone al Museo di Arte Turca e Islamica di Istanbul. Nella Mostra “Dialogo tra le tradizioni”, che celebra il forte legame tra Istanbul e Venezia, l’arte di Gianmaria Potenza rappresenta un’importante espressione contemporanea di reinterpretazione delle tradizioni veneziane. La mostra segna anche l’inizio delle grandi esposizioni internazionali, da Hong Kong agli Emirati Arabi Uniti, Stati Uniti, Lituania e Russia.
Negli ultimi due decenni, altri importanti riconoscimenti e soddisfazioni arrivano dalle piccole e grandi committenze, pubbliche e private. Riceve lavori per la realizzazione di opere d’arte da collocare nelle piazze di numerose città italiane e nelle sedi di importanti istituzioni pubbliche, tra cui una scultura in bronzo per il Museo Erarta, San Pietroburgo (2013) e l’imponente opera per la Scuola dei Carabinieri di Firenze (2018).
Anche i collezionisti più appassionati contribuiscono a portare le sue opere nel mondo. Grazie a donazioni private, è possibile ammirare le sculture di Potenza presso l’Aventura City Hall in Florida, alla Tulane University (New Orleans) e nel refettorio del Monastero di Bose, per citarne alcune.